Sono circa 15 milioni i bambini prematuri che nascono nel mondo ogni anno: di questi, oltre un milione non sopravvive alle complicazioni insorte per via della prematurità.
In Italia, prima della pandemia, il tasso di prematurità si attestava al 7%, con 30.000 nascite di bimbi prematuri all’anno.
L’avvento del Covid-19 ha cambiato anche questo dato, allargando la forbice percentuale fino all’11,2%: le gestanti affette dal virus, infatti, tendono in vari casi a partorire prima del termine fisiologico della gravidanza.
Naturalmente, non ogni bimbo prematuro deve essere considerato in pericolo di vita. Secondo la Società Italiana di Neonatologia, infatti, il rischio maggiore si pone per i bambini che alla nascita hanno un peso inferiore a 1500g, per via delle molteplici complicazioni che possono presentarsi nel regolare sviluppo dei loro organi interni.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo, innanzitutto, di capire cosa sia la prematurità, perché si verifichi e quali conseguenze e rischi possa presentare per la salute del neonato.
PER APPROFONDIRE I DATI: Da Oms e Iss due nuovi report sulla salute neonatale, e anche In Italia 30.000 prematuri l’anno, da 7 a 11% con pandemia
Quando i bambini si definiscono prematuri?
I bambini prematuri sono soltanto quelli che nascono prima del compimento della 37esima settimana di gestazione; quindi prima del termine in gergo detto 37+6.
I bambini che nascono tra la 37esima e la 39esima settimana vengono definiti pretermine, presentano in generale delle buone condizioni di salute e un buon peso alla nascita, anche se sono comunque bambini che nascono prima del termine e potrebbero andare incontro a lievi complicanze.
Perché alcuni bambini nascono prematuri?
Le cause della prematurità non sono del tutto note: in molti casi, la precocità del parto resta inspiegata.
Come abbiamo anticipato, durante la pandemia si è rilevato un complessivo aumento dei parti prematuri e pretermine da parte di gestanti positive al virus e – in generale – esistono dei fattori di rischio che possono predisporre al verificarsi di questo evento:
- stress fetale o materno
- infezioni del tratto genito-urinario materno
- emorragia placentare
- eccessiva distensione uterina
- precedenti parti precoci
- obesità o sottopeso della madre
- fumo
- gravidanze gemellari
- età materna inferiore ai 16 anni o superiore ai 35
- malformazioni uterine o del feto
PER APPROFONDIRE: Parto prematuro, cause, sintomi e rischi
Cosa succede se i bambini nascono prematuri?
Le complicazioni che si verificano a causa della prematurità sono diverse e la loro gravità dipende dal grado di prematurità.
Come abbiamo detto, in generale i bambini a maggior rischio sono quelli molto prematuri che alla nascita hanno un peso inferiore a un chilo e mezzo.
In Italia ne nascono circa 4400 all’anno, sono l’1% totale delle nuove nascite.
Grazie all’elevatissimo standard qualitativo delle nostre terapie intensive neonatali, l’Italia è uno dei paesi col minor tasso di mortalità di bambini prematuri al mondo.
In generale, però, le complicanze associate alla prematurità, possono comportare problematiche differenti:
- insufficienza respiratoria di varia entità
- problemi di carattere neurologico
- insufficienza cardiaca o renale
- malattie a carico dell’apparato intestinale
Quali bisogni speciali hanno i bambini che nascono prematuri?
Solitamente i bambini che nascono prematuri vengono collocati in una incubatrice, che garantisce ai piccoli la temperatura e il tasso di umidità necessario, evitando loro di disperdere energie nel delicato processo di termoregolazione (che in alcuni casi fanno ancora molta fatica a compiere).
Adeguati livelli di ossigeno vengono garantiti da appositi macchinari e si procede alla loro alimentazione col sistema più adatto in base all’età gestazionale.
Per esempio, alcuni bambini sono ancora troppo immaturi per il cibo vero e proprio, quindi vengono alimentati tramite flebo con le sostanze necessarie alla loro sopravvivenza; altri, vengono alimentati con il latte materno per mezzo di un sondino che arriva direttamente nello stomaco; altri ancora possono essere estratti dall’incubatrice solo il tempo di essere attaccati al seno o allattati al biberon.
Ma il bisogno più importante che hanno i bambini nati prematuri è il contatto skin to skin con i loro genitori.
Per questo motivo la marsupio-terapia (Kangaroo care) è fondamentale e dovrebbe essere sempre garantita in tutte le terapie intensive neonatali.
Si tratta di una procedura che consente alla mamma di attaccare il piccolo al seno tenendolo addosso skin-to-skin: questo ristabilisce l’unione materno-fetale interrotta dal parto prematuro e permette al bambino di tranquillizzarsi stabilizzando la sua funzione cardiocircolatoria.
È molto importante anche per il benessere psicologico della mamma e del papà.
Il 17 novembre è la giornata mondiale per la consapevolezza sulla prematurità e sulle difficoltà che essa comporta per bambini e famiglie, un evento riconosciuto anche dal Parlamento Europeo grazie all’impegno della “European Foundation for the Care of Newborn Infants“.
Il tema dell’evento di quest’anno è proprio la promozione della Kangaroo Care come elemento fondamentale della terapia sul neonato prematuro: “L’abbraccio di un genitore, una terapia potente. Sostenere il contatto pelle a pelle fin dal momento della nascita”.
È necessario sostenere il contatto pelle-a-pelle, il rooming-in, l’apertura delle TIN 24/24 h, “perché i neonati prematuri hanno bisogno di stare con mamma e papà per gli innumerevoli benefici che comporta questa vicinanza, di gran lunga superiori ai problemi che possono scaturire dal Coronavirus“: queste le parole del Dr. Luigi Orfeo, Presidente della società Italiana di Neonatologia.
I monumenti e gli edifici pubblici di numerose città italiane si tingeranno, quindi, di viola: il colore rappresentativo di questa importante giornata.
L’importanza di creare consapevolezza sui problemi legati alla prematurità
Le difficoltà che gravano su questi bimbi e sulle loro famiglie sono molte ed è per questo che è importante sensibilizzare la società e le istituzioni alla conoscenza di questo tema.
Anche il mercato dei prodotti dell’infanzia sta lavorando nella direzione della consapevolezza sulle principali problematiche che ogni giorno le famiglie di bimbi prematuri devono affrontare, con la nascita di molte linee di prodotti specifici per le loro esigenze .
J BIMBI® , per esempio, è un’azienda molto sensibile al tema della prematurità, che ha portato avanti My Hero, un progetto di affiancamento e supporto alle Terapie Intensive Neonatali italiane, fornendo prodotti studiati specificamente per la soddisfazione dei bisogni dei bambini prematuri.
La linea My Hero comprende prodotti pensati proprio per la cura delle loro delicatissime esigenze:
- I body My Hero, specifici per i bimbi pre-termine da poter indossare anche dopo le dimissioni dal centro TIN
- I biberon Super Glass e Classic, grazie al bassissimo vuoto (quello che si crea all’interno del biberon), alla tettarella iper-morbida, alla cannula zero bolle (per prevenire le coliche) e alla bottiglia in vetro (ma disponibile anche in plastica) sono particolarmente indicati per i bimbi prematuri e vengono utilizzati con successo in tutto il mondo per nutrire i bimbi prematuri e con labiopalatoschisi, quando non è possibile l’allattamento materno, che è sempre la prima opzione
- I succhietti Smile in taglia 00-2m, con tettarella piccola e delicata, studiata appositamente per i bimbi prematuri
- Il tiralatte manuale Easy Pump, per i bimbi che sono ancora troppo piccoli per essere allattati al seno ma hanno bisogno del latte materno
Ci auguriamo che le Istituzioni e le aziende acquisiscano sempre maggiore consapevolezza su questo tema e intervengano attivamente per promuovere l’effettività della Kangaroo care in ogni reparto di Terapia Intensiva Neonatale del Paese.
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