La suzione rientra fra gli istinti naturali di ogni bimbo. Alcuni bambini iniziano a succhiare già nella pancia della mamma. A molti genitori capita infatti di vedere, durante l’ecografia, il proprio piccolo mentre ciuccia il dito.
Il ciuccio dunque può essere un prezioso amico dei bambini ed un valido alleato per genitori e nonni.
Tutti si domandano “Posso dare il ciuccio al mio bambino?“.
C’è chi sostiene che il ciuccio non vada dato, perché si tratta semplicemente di un vizio da evitare, c’è chi ne sottolinea invece l’utilità.
Oggi vogliamo fare chiarezza sull’uso del succhietto e analizzare vantaggi e svantaggi nel suo utilizzo, per capire quando va eventualmente dato e quando è opportuno toglierlo. Con alcuni consigli per trovare il ciuccio migliore per il proprio bimbo.
Vantaggi del ciuccio
Succhiare è un gesto semplice ed istintivo che consente al bimbo di nutrirsi, ma anche di tranquillizzarsi.
Il ciuccio, in quest’ottica, è in grado di consolare il neonato. È infatti dimostrato che quando i piccoli hanno le coliche e dunque provano dolore, vogliono succhiare pur senza alimentarsi.
Quando i bambini piangono il succhietto spesso è in grado di farli calmare, ma naturalmente non deve sostituire il rapporto tra genitore e figlio.
Un bimbo può piangere per diversi motivi, ad esempio perché ha fame o perché vuole le coccole della mamma e del papà.
Prima di dare il ciuccio è bene dunque capire il motivo del pianto.
Secondo gli ultimi studi, il ciuccio può essere prezioso per i bambini anche perché contribuisce a ridurre un rischio tanto temuto dai genitori: la morte in culla. È consigliato dunque durante il sonno perché consente di evitare le apnee notturne.
Con la suzione, inoltre, i bambini imparano anche a coordinare la respirazione e la deglutizione.
Il ciuccio, in quest’ottica, favorisce un corretto sviluppo della bocca e stimola i muscoli del viso. Grazie alla presenza del succhietto, la lingua distribuisce infatti uniformemente la pressione sul palato, favorendo il suo progressivo allargamento.
Il succhietto riduce il rischio di malocclusioni. La respirazione è facilitata dalla posizione della lingua. La presenza del ciuccio infatti consente una corretta chiusura della bocca e favorisce il passaggio dell’aria.
Il suo utilizzo risulta dunque favorevole per un regolare sviluppo del cavo orale.
Inoltre i ciucci moderni sono ortodontici. Le aziende di prima infanzia, infatti, si avvalgono della collaborazione di ortodontisti e pediatri nella progettazione e realizzazione dei succhietti.
Di conseguenza questi hanno una forma anatomica che favorisce una corretta formazione delle arcate dentarie, senza andare ad inficiare il loro sviluppo, come invece farebbe il semplice dito, che non ha una forma ortodontica appositamente studiata. Consentono alla lingua di distribuire uniformemente la pressione sul palato, favorendo la sua corretta posizione ed il passaggio dell’aria.
Il ciuccio è un prodotto molto semplice, dietro al quale vi è però un grande studio per il benessere dei bambini.
Inoltre il ciuccio è sotto il nostro controllo, mentre il dito è sempre a portata di bocca: siamo noi a poterlo dosare, per offrirlo al bambino solo in determinati momenti. Disabituare il bimbo all’uso del ciuccio risulta quindi molto più semplice.
Riepilogando, il ciuccio:
- tranquillizza e consola i bambini
- consente un gesto naturale ed istintivo
- permette di coordinare respirazione e deglutizione
- favorisce il corretto sviluppo della bocca
- stimola i muscoli del viso
- riduce il rischio di malocclusioni, di apnee notturne, della morte in culla
- è ortodontico: favorisce la regolare crescita delle arcate dentarie e la corretta posizione della lingua
- è sotto il tuo controllo
Svantaggi del ciuccio: quando non darlo al bambino
Il ciuccio non andrebbe dato al neonato allattato al seno, almeno durante le prime 3/4 settimane di vita. Il suo utilizzo infatti potrebbe interferire con l’allattamento al seno.
La suzione del capezzolo è infatti differente rispetto a quella del ciuccio.
L’uso del ciuccio nelle prime settimane di allattamento potrebbe disorientare il bambino, portandolo ad interrompere l’allattamento al seno.
Ormai le aziende di prima infanzia tendono a produrre ciucci molto morbidi, con tettarelle simili al seno della mamma, ma è comunque preferibile attendere il primo mese di vita per proporre il ciuccio.
Alcuni genitori possono constatare che un bimbo abituato a nutrirsi dal seno della mamma rifiuta il ciuccio. In questi casi, a maggior ragione, è bene non sforzare il bimbo all’uso del ciuccio.
Per quanto riguarda invece i bimbi che sin da subito vengono nutriti con latte artificiale non si pongono problemi.
La suzione tramite biberon è identica a quella del ciuccio.
Uso prolungato: alla lunga il ciuccio è uno svantaggio
Un altro svantaggio del succhietto riguarda il suo utilizzo prolungato. Dopo i 2/3 anni, il ciuccio potrebbe creare malocclusioni ed interferire con la formazione delle arcate dentarie.
Il ciuccio inoltre non andrebbe dato ad ogni pianto del bambino.
Dietro ad ogni pianto c’è una richiesta. È vero che spesso il ciuccio calma un bimbo, ma non deve mai essere utilizzato in sostituzione al rapporto genitore-figlio.
Se il piccolo piange perché vuole le coccole, una carezza ed un abbraccio sono sicuramente preferibili. Serviranno anche a stringere ancora di più il legame tra figlio e genitore. Il pianto è un modo per comunicare e sono diversi i motivi che possono scatenarlo: ad esempio fame, esigenza di contatto materno e coccole, dolore, noia.
I bimbi piangono anche quando hanno fame o hanno ad esempio le coliche. In questi casi il ciuccio non risolverebbe il problema.
Bisogna dunque verificare le cause del pianto e dare il ciuccio solo se può aiutare il bimbo a calmarsi. Il ciuccio non deve però mai essere un sostituto del pasto, né del fondamentale rapporto con il genitore.
Quando togliere il ciuccio
Non c’è una data precisa in cui togliere il ciuccio.
Il Ministero della Salute consiglia però di disabituare i bambini all’uso del succhietto entro i 36 mesi, a partire dai 24 mesi.
La maggior parte degli esperti consiglia di togliere il ciuccio entro i tre anni d’età perché un utilizzo prolungato nel tempo può causare problemi di malocclusione e danneggiare la corretta formazione delle arcate dentarie.
Con il passare del tempo l’istinto di succhiare viene meno spontaneamente, ma ogni bimbo è a sé.
La maggior parte dei bimbi è pronta ad abbandonare il ciuccio verso i 2-3 anni, una parte verso l’anno e mezzo, ed un’altra oltre i tre anni.
Un genitore è comunque in grado di capire quando il proprio bimbo inizia ad avvertire meno la necessità del ciuccio e quando si sente più sicuro di sé anche senza.
Come scegliere il ciuccio
Tutti i ciucci sono divisi per fasce d’età e materiali: partono dalla misura 0mesi+ e sono prodotti in caucciù o silicone.
È importante dare al bimbo un ciuccio della misura corretta, cambiandolo durante la fase di crescita.
Il ciuccio deve infatti adattarsi bene alla bocca del bambino, per consentire tutti i vantaggi di cui abbiamo parlato.
Differenze fra ciucci in silicone e caucciù:
- il silicone è un materiale trasparente ed igienico che non si deforma nel tempo. I ciucci in silicone inoltre non assorbono odori né sapori. Quando spuntano i dentini, i ciucci in silicone vanno cambiati più frequentemente rispetto a quelli in caucciù, perché tendono a tagliarsi;
- il caucciù è un materiale naturale, molto elastico e resistente. A differenza del silicone però, con il passare del tempo, tende a deformarsi e può assorbire odori e sapori.