Viviamo un’epoca decisamente troppo stressata, oltre che stressante.
Un’epoca nella quale, anche all’interno della medesima famiglia, gli orari non coincidono più e ci si ritrova – sempre più spesso – a incontrarsi casualmente nel corridoio, mentre ripensiamo alla nostra adolescenza e a quando i genitori ci ripetevano “questa casa non è un albergo!”, nel tentativo di insegnarci a rispettare almeno l’aspetto conviviale della coabitazione.
Eppure, oggi come allora, ci si domanda: ma cosa è giusto fare con i bambini?
Bisogna dare orari rigidi, farli cenare e dormire presto, anche qualora questo significasse sottrarre loro la possibilità di vedere il papà o la mamma tornare dal lavoro e partecipare ad almeno un pasto condiviso in famiglia, oppure lasciarli liberi di autoregolarsi e garantire sempre la loro presenza a tavola con tutto il resto del nucleo familiare?
Per noi, al netto di situazioni particolari nelle quali gli orari risulterebbero davvero troppo tardivi per i piccolini, la risposta può essere soltanto una: la condivisione dei pasti è fondamentale.
E vogliamo spiegarvi perché.
Il valore del pasto condiviso
Il momento – spesso deliziosamente chiassoso – nel quale la famiglia si riunisce a tavola non è soltanto strumentale all’ingestione di cibo per sopravvivenza.
È, principalmente, un momento di comunicazione e scambio tra persone che hanno un legame affettivo, nutrimento essenziale della sfera emotiva di ogni individuo.
Stare a tavola tutti assieme, nello stesso momento, parlare agli altri della propria giornata, consultarsi su come affrontare i piccoli e grandi problemi della quotidianità insegna al bambino – anche molto piccolo – che è parte di un gruppo.
Che in quel gruppo può trovare ascolto e supporto, comunicazione e aiuto reciproco.
Stando a tavola con gli altri familiari, i bambini imparano a rispettare le regole del pasto ma anche a conoscere i tempi del pasto: i propri e quelli degli altri membri della famiglia.
Quanto devo mangiare per essere sazio? E quanto ci vuole prima che la mia mamma, il mio papà, la nonna o il mio fratellino siano sazi anche loro? Posso alzarmi quando voglio o è più bello alzarsi tutti assieme, alla fine, e aiutarsi a mettere a posto?
Allo stesso tempo, a tavola si impara a condividere il cibo con gli altri, a mangiare secondo le regole della buona educazione, ad essere parte di un gruppo nel quale tutti i componenti si supportano vicendevolmente.
Tutto questo è assolutamente insostituibile nell’educazione di un bambino e mancherebbe del tutto qualora decidessimo di alimentare i più piccoli imboccandoli a parte, da soli, nel segreto della cucina, lontano dal tempo e dal luogo nel quale la famiglia vive e si nutre, anche e soprattutto affettivamente.
Come far mangiare i bambini piccoli a tavola?
Da un punto di vista logistico, il modo più semplice per far mangiare un bambino piccolo a tavola è scegliere un seggiolone che permetta l’accostamento al tavolo, come se il piccolo fosse seduto su una vera sedia.
Quando il bambino ha compiuto i 6 mesi e riesce a stare seduto dritto da solo, senza necessità di essere aiutato, è possibile collocarlo in un seggiolone di questo tipo, che lo aiuterà moltissimo anche nella buona riuscita dello svezzamento, senza stress né paure.
Per esempio, bryn™ di Nuna è un seggiolone evolutivo che può essere utilizzato a partire dai 6 mesi e fino a circa i 6 anni.
Ha uno stile minimal ed essenziale che gli permette di integrarsi perfettamente in qualsiasi casa e stile di arredamento, ma soprattutto è:
- facile da montare e non è necessario utilizzare attrezzi
- realizzato in materiali di alta qualità, privi di BPA e DEHP
- stabile e sicuro, con cinturine autoguidanti che si bloccano nella posizione corretta
- regolabile in diverse altezze e posizioni per adattarsi alla crescita del bambino
A parer nostro un ottimo seggiolone, che garantisce un utilizzo confortevole e prolungato nel tempo, perfetto per rendere il bambino parte integrante della convivialità dei pasti in famiglia.
Per maggiori informazioni tecniche sul prodotto, leggete la nostra recensione dedicata!
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