Essere bambini non è semplice. Un bambino, così privo di esperienza, non può fare altro che affidarsi alle regole della sua famiglia, e procedere per tentativi: è grazie all’esperienza degli errori, che noi tutti impariamo a muoverci nella vita con sicurezza e fiducia.
NO. Quante volte un bambino sente ripetere questa parola nel corso della sua giornata? Decine di volte.
Quanto saremmo disposti, noi adulti, ad accettare di essere corretti così spesso sulle nostre azioni, parole o atteggiamenti, che pure dovrebbero sorgere in noi forti e spontanei?
Credo ci risulterebbe molto difficile, ma è quello che i bambini vivono quotidianamente: un allenamento continuo, seguendo regole e consigli che arrivano da noi genitori e dagli adulti in generale.
Dobbiamo sempre tenerlo presente, per garantire loro una solida felicità: sì, noi siamo i facilitatori del bambino, i suoi educatori, ma anche i suoi esempi. Se le regole che abbiamo definito nella nostra famiglia sono portatrici di rispetto e amore, anche il bambino sentirà di essere degno di quel rispetto e di quell’amore, prima come figlio, poi come individuo.
I NO che aiutano a crescere
Il bambino inizia a imparare forzando il limite che trova nel suo ambiente: impara fino a dove può andare sia attraverso i suoi passi, sia attraverso le esperienze nel quotidiano.
Quando è molto piccolo saremo noi ad aiutarlo a capire che non può salire e scendere le scale a suo piacimento, pena un capitombolo doloroso, ma potremo sostenerlo a fare i primi passi sui gradini insegnandogli dove è il pericolo.
I NO che poniamo ai bambini diventano i confini di cui hanno bisogno per sentirsi rassicurati.
Il mondo, infatti, è un posto davvero enorme, per un piccolo bambino: senza un confine, senza un limite, il bambino si sentirebbe smarrito.
Anche le piccole frustrazioni che derivano da un NO, sono preziose: aiutano il bambino a sviluppare quegli strumenti necessari per crescere e affrontare la vita con tutte le sue difficoltà, prima fra tutte la felicità di poter diventare se stessi e realizzarsi senza paura.
I NO essenziali alla loro incolumità sono sicuramente anche i più facili da porre, ma crescendo i NO diventano più complicati da gestire: i contorni si confondono, non si tratta solo di dire NO di fronte ad un pericolo, ma anche di cercare dentro di noi, mettendoci in discussione, la soluzione migliore per aiutare i figli a esprimere se stessi liberamente, al di là delle nostre proiezioni su di loro.
E ci sono anche gli altri NO, quelli che i figli rivolgono a noi, come a volerci far sentire la loro identità che pian piano si forma, emerge e si fa avanti.
È in questi casi in cui ci dobbiamo fermare per riconoscere un valore anche a questo loro opporsi, per sforzarci di vedere l’adulto che nostro figlio diventerà, diverso da noi,ma pur sempre figlio, degno di rispetto in quanto essere umano, persona, altro da noi.